Davide Fara

I suoni delle parole, le parole dei suoni

I vari generi d’arte riescono a incastrarsi facilmente l’uno con l’altro fino a creare un perfetto puzzle. L’artista mostra la propria abilità nella gestione di settori diversi tra loro, ma legati da una precisa affinità. Davide Fara, scrittore sardo, eclettico e intraprendente, ha saputo unire musica e letteratura, dando vita a un campo artistico sorprendente.

All’età di 13 anni, Davide fu catturato dagli studi musicali e, nello specifico, da quelli concernenti la chitarra classica.

Con il passare del tempo, però, tutto è cambiato e, una volta terminato il Liceo, «sentivo che mi mancavano i libri. A diciotto anni ho iniziato a scrivere», afferma Davide.
Nel 2014, ha pubblicato una raccolta di poesie, dal titolo La gioia di vivere, scritte nell’arco di un decennio.

Nell’opera non sono trattati soltanto i temi che riguardano la felicità, ma, in realtà, «la gioia è fare le cose sempre e comunque; le cose per cui ci battiamo». Bisogna agire, anche davanti a un evento negativo.

Questa è la "filosofia" di Davide Fara, racchiusa nella raccolta, che lo ha spinto ad affermare: «Scrivo e metto da parte, aspettando il momento giusto per aprire il cassetto. Anche con la musica è così».

La sua idea di conservare e mostrare solo quando ci si sente pronti, è un pensiero che si è sviluppato successivamente, attraverso l’attività di ricercatore a Dublino, durante lo studio della Divina Commedia, con una tesi comparata tra musica e letteratura.

Alla fine viene fuori una fusione tra canzoni, musica, e testi recitati. E il momento giusto per scrivere il libro Gli Emigranti. Una nuova tipologia di emigranti, spiega, "ultima generazione di sardi che partono".

Le eccellenze che l’Estero valorizza e che cerca di non farsi scappare. Il libro è diventato uno spettacolo di testi e musica, in cui si è creato un connubio tra diverse arti: gesto, parola, suono. «La crisi ha appiattito culturalmente le aspettative delle persone - dice - In tanti partono, alimentando ancor di più un circolo vizioso.

Gli effetti e le cause dell’emigrazione sono come un cane che si morde la coda».
Il raccordo tra musica e letteratura mette in evidenza l’eccellenza di un artista sardo che ha saputo mettersi in gioco, mostrando le sue capacità e presentandole anche all’Estero.

01 febbraio 2016

Sara Atzori
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