Beata Maria Gabriella dell’Unità

Monaca Professa dell'ordine dei Cistercensi Riformati (Trappista)

La zona della Sardegna di Dorgali è una delle più estese dell'isola. Il suo territorio si staglia fra un mare limpido e cristallino di un celeste unico, che fa del Golfo di Orosei uno dei luoghi più belli al mondo.

È qui che Maria Sagheddu, chiamata successivamente Maù dalle consorelle, nacque il 17 marzo 1914 in una numerosa famiglia di pastori.

Rimasta presto orfana, dovette lavorare per aiutare la famiglia. Il suo interesse per l’Azione Cattolica fu repentino e tardivo: aveva già 18 anni quando vi si iscrisse. Divenne riflessiva, riservata, elegante, austera e determinata. Crebbe in lei lo spirito di preghiera e meditazione, accentuando le sue doti di gentilezza, carità e benevolenza nei confronti degli altri.


Il vice parroco, don Basilio Meloni, intuendo in lei la propensione alla dedizione religiosa, la seguì in una attenta direzione spirituale suggerendole poi la Trappa come ordine più vicino alla sua sensibilità. Maria accettò con gioia.

La Trappa al femminile è un ordine molto particolare, fatto di sacrifici, semplicità, lavoro e dedizione, preghiera.
Maria ringraziava Dio ed era felice della sua vocazione.

Scelse il nome di Maria Gabriella dell'Unità perché l’Amore divino, sacrificato per la nostra salvezza, doveva trovare gli uomini uniti in Dio. Questo ispirò la successiva azione di Maria Gabriella che dedicò se stessa al servizio dell’Unità dei Cristiani.

Fu la prima beata dell’Azione Cattolica Italiana nonché la prima fra i giovani sardi.

La sua vita appare dominata da pochi elementi essenziali: la gratitudine e l'essere fedele in tutto al Signore.

La sua prova claustrale fu brevissima. La sera stessa della pronuncia del voto, accusò i sintomi della malattia che la uccise dopo appena quindici mesi. Ma fu proprio essa che la portò alla serenità più trasparente e alla pace più profonda. Soleva dire: "La mia vita non vale niente...posso offrirla tranquillamente".

Attendeva la morte come compimento del volere del Padre. Fu la domenica 23 aprile 1939 che Maria Gabriella concluse la sua breve vita dopo una lunga agonia.

Il suo esempio impressionò molto, così come le sue parole. Numerose furono le conversioni, tante donne imitarono la sua scelta e la Parrocchia di Santa Caterina d'Alessandria, Chiesa frequentata dalla madre e dai familiari, rimase un luogo fervente di spiritualità.

Una delle sue consorelle trappiste, Madre Placida Maria Silvestri, fondò a Dorgali il monastero di clausura trappista delle Benedettine “Mater Unitatis” nel rione Santa Lucia.

Allorché fu effettuata la ricognizione del corpo della beata Maria Gabriella dell'Unità, fu trovato incorrotto; ora riposa nella cappella adiacente al monastero di Vitorchiano, dove si trasferì la comunità dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza, ovvero l’ordine Trappista fedele alla Regola di San Benedetto.

«Io non domando al Signore che mi liberi dalla sofferenza, ma che mi dia la forza di soffrire per amor suo tutto ciò che a lui piacerà di mandarmi».

01 marzo 2016

Alessandra Carbognin
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