Sa fruttera di nozze

Il pane nella tradizione sarda

Il pane in Sardegna è sempre stato il cibo basilare dell’alimentazione, inteso come alimento essenziale nutritivo e celebrativo delle onoranze religiose, popolari e cattoliche.


Sin dai tempi antichi la panificazione artigianale e domestica, si svolge secondo una ciclicità determinata dalle necessità economiche familiari e dall’esigenza collettiva conviviale durante le occasioni festive.


La storia artigianale del pane è remota: il Neolitico vede la scoperta della coltura dei cereali, la cui lavorazione si svilupperà fino alla preistoria.

Foto di A. Masala http://www.sardegnadigitallibrary.it/
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Ma, saranno gli Egizi che studieranno la lavorazione dell’impasto fino al momento fatidico in cui gli Ebrei renderanno l’arte dell’impastare il pane lievitato una vera e propria professione.


La panificazione in Sardegna, invece, è un’attività che coinvolge l’intero clan familiare.
L’arte della preparazione dei cibi è propria delle massaie sarde a cui è, anticamente dedicata, la fase di pulitura e umidificazione del grano.


Un momento solidale, dunque, insito di femminile convivialità ed efficiente produttività.
La centralità di un alimento così semplice è dimostrata dal suo passato evolutivo a partire dal quale è sempre stato considerato, dai nostri avi, un bene sacro. L’attualità della sua concezione cultuale è confermata dalla sua associazione formale ai riti religiosi, quali preghiere o vere e proprie procedure sacramentali.

http://www.sardegnadigitallibrary.it/
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Ne dà un’esemplare dimostrazione il pane degli sposi, “sa fruttera”, che imbandisce le tavolate nuziali e del restante convivio. Dalla profonda portata simbolica di buon auspicio, il pane degli sposi richiede una preparazione impegnativa, poiché dopo aver disposto la farina a fontana con al centro sale e dieci grammi di lievito di birra diluito con acqua, si procede alla realizzazione dell’impasto fino ad ottenere una pasta liscia e morbida.


La lievitazione ha una durata che varia da un’ora fino a tutta la notte, se si usa il lievito madre. La difficoltà sta nella realizzazione, attraverso parti dell’impasto, di una molteplicità di decori a forma di fiori, frutti o foglie, da apporre sul cordone di base fatto con la restante pasta.


La cottura prevista è di quarantacinque minuti in forno caldo, ma se si vuole dare maggiore lucentezza al pane, una volta cotto, lo si deve immergere repentinamente in acqua bollente per poi infornarlo per altri cinque minuti. Sa fruttera è così pronta per simboleggiare, sulle tavolate matrimoniali e non solo, un segno di favore e buona vita.

01 dicembre 2015

Veronica Pastore
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