Il castello di Burgos

La reggia del Giudicato di Torres

Fra i tanti castelli di epoca medievale costruiti in Sardegna, il castello di Burgos, nel Goceano, è senza dubbio il più ricco di storia e quello che offre anche le più intriganti leggende.

La sua costruzione risale al 1130 circa, ad opera di Gonario di Torres che scelse un luogo impervio e impenetrabile e allo stesso tempo incredibilmente strategico, in quanto punto di passaggio inevitabile per tutti coloro che accedevano al Giudicato di Torres.

Un castello di frontiera insomma, posto a primo baluardo di difesa del Regno di Torres, in un punto dal quale dominava l’alta valle del Tirso, all’epoca terra fertilissima, dove le attività agricole e pastorali erano molto diffuse.

Il castello sorge su una rupe di granito piuttosto isolata, inaccessibile a nord e ad est e di difficile accesso anche a ovest e a sud. Esso occupava un’aria abbastanza vasta ed era circondato da una triplice cinta muraria di cui oggi restano ancora i resti.

Venne costruito con blocchi di granito e mattoni tenuti insieme da una notevole quantità di malta. Imponente ed estremamente ben conservata appare la sua torre che svetta a oltre dieci metri d’altezza.

Le caratteristiche del territorio hanno dato al castello di Burgos un’aurea quasi magica, di fortezza a tratti inespugnabile e di luogo intriso di leggende.
 

Di grande rilievo e talvolta con connotati spesso tragici, le vicende che riguardavano la conquista e la difesa del castello, sono giunte a noi con caratteri quasi leggendari. Tra le tante possiamo segnalare due vicende che riguardano due donne.

La prima ha come sfondo l’attacco quasi drammatico sferrato al castello nel 1195 da parte di un imprecisato numero di soldati pisani che, comandati dal Marchese Guglielmo I di Massa, dopo una cruenta battaglia, occuparono il castello e rapirono Prunisinda, moglie del re Costantino II.

La donna inizialmente tenuta prigioniera nel castello, ripetutamente violentata dallo stesso Guglielmo I, fu condotta in un altro sito dove morì un attimo prima di essere liberata.

Foto di A. Chiaramida www.sardegnadigitallibrary.it
Foto di A. Chiaramida www.sardegnadigitallibrary.it

Nel 1259 un’altra donna, Adelasia de Lacon-Gunale, ultima regina reggente del Regno di Torres, in preda ad una crisi d’amore, decise di ritiratasi nel castello in volontario esilio, senza mettere più piede fuori dalle stanze all’interno delle quali si era autoreclusa. Morì nel dolore poco dopo aver donato il suo regno alla Chiesa.

Il castello di Burgos dunque, è sempre stato al centro di tante leggende. Non dimentichiamo che compare anche in alcuni racconti di Grazia Deledda e che, come tutte le fortezze sarde che si rispettino è al centro della leggenda de “sa musca maccedda”.
 

La storia ci dice che il castello del Goceano passò con alterne vicende dai Genovesi, al ramo sardo dei Doria e dal Giudicato di Arborea agli Aragonesi che lo lasciarono cadere in rovina dopo averlo definitivamente abbandonato.


Rimase attivo fino al 1530 circa e ha rappresentato senza ombra di dubbio un importante punto di riferimento per le popolazioni delle ville circostanti e della vallata da esso protetta.


Fu notevole l’interesse mostrato nei suoi confronti dalle più potenti e influenti famiglie presenti nell’isola e questo è un dato rilevante che attesta come questa roccaforte sia stata tra le più importanti fra tutte quelle costruite nel Medioevo, non solo nel Regno di Torres, ma in tutta quanta l’isola.

02 giugno 2016

Mauro Cuccu
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