La spericolata Carrela ‘e nanti di Santu Lussurgiu

Una delle corse a cavallo più avvincenti del carnevale sardo

Sul versante orientale della sub-regione storica del Montiferru, sorge Santu Lussurgiu, grazioso comune dal bellissimo centro storico in cui si è conservato un antico acciottolato che costituisce una delle peculiarità più importanti del borgo. Ma il paese di Santu Lussurgiu, è famoso soprattutto per Sa Carrela ‘e nanti.
Letteralmente traducibile con “la strada davanti”. Stiamo parlando di una delle corse a cavallo più spericolate, difficili, temerarie ed affascinanti che si corrono in Sardegna, diventata col tempo una tappa imperdibile per gli amanti delle corse e del carnevale tradizionale sardo.


É una manifestazione molto antica e di straordinaria partecipazione di pubblico che insieme alla Sartiglia di Oristano e all’Ardia di Sedilo, rappresenta una delle più profonde ricorrenze del folclore sardo all’interno dell’indissolubile binomio uomo-cavallo.
A dare il nome all’evento è la tortuosa “Carrela ‘e nanti”, l’attuale Via Roma, nel centro storico del paese. Questa strada negli ultimi tre giorni del Carnevale diventa il percorso attraverso il quale piombano le spericolate pariglie, composte da due, tre o quattro cavalli che si lanciano al galoppo lungo la via gremita di folla ad ambo i lati.

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La cornice offerta dal centro storico di Santu Lussurgiu è spettacolare. Antiche case di pietra, piccole curve e leggere salite. I cavalli prima della discesa si raccolgono a s'iscappadorzu, il punto d’incontro da dove si parte, per imboccare subito l’aspra discesa. I cavalieri sfrecciano con i loro possenti purosangue e si sentono i suoni e l’incitamento della folla che acclama di volta in volta le varie coppie di cavalli che si susseguono. Ognuna con la propria coreografia, con la propria postura, la propria tecnica e ogni cavaliere con la sua dose di pazzia, coraggio, incoscienza e audacia che rendono anche solo l’assistere da lontano all’evento un momento davvero adrenalinico.


“Sa mascherada" è d’obbligo. Consiste nel travestimento del cavaliere e a tal riguardo non c’è una precisa regola. Ci si può travestire come meglio si crede. Il costume può essere ricco di colori e di fantasia, può rifarsi a maschere moderne di personaggi attuali o richiamare l'antico costume del paese; ci si può anche solo dipingere la faccia di pece. L’importante è mascherarsi. In ogni Carrela che si rispetti infatti troviamo cavalieri rigorosamente mascherati.

Già dalla settimana prima, il terriccio inizia a ricoprire la via Roma che si anima per le prime prove dei cavalieri in sella ai loro cavalli. Inizia da lì la vera attesa per l’antico rione di Biadorru, che culmina nella domenica del Carnevale, dove tutti si riversano ai lati della strada per assistere all’incredibile spettacolo che Sa Carrela ‘e nanti può offrire.

Solo in quel pomeriggio infatti si aprono ufficialmente le danze. Sa Carrela ha finalmente inizio. La folla assiste sbalordita dinnanzi all’abilità dei cavalieri. L’inaudita velocità dei cavalli, le acrobazie dei fantini, la cornice magnifica dove si svolge l’evento, la magia che circonda ogni corsa, sono elementi che si ritrovano puntualmente e ogni anno richiamano un pubblico sempre più numeroso.


Ma c’è un altro momento importante di questa manifestazione: "su lunisi de sa pudda" (il lunedì della gallina).
In antichità il lunedì successivo alla corsa venivano appese, circa alla metà del percorso, delle galline vive a testa in giù. L'abilità dei cavalieri consisteva nel tagliare loro la testa con un colpo secco di bastone, durante la discesa, all’apice della corsa, in sella al proprio cavallo.


Col passare degli anni questo feroce rito è stato fortunatamente abbandonato e le galline sono state sostituite da gallinelle di pezza appese ad un filo trasversale sulla strada.
Il martedì seguente, sa Carrela termina con la definitiva premiazione delle tre migliori pariglie e dei fantini che hanno abbattuto il maggior numero di “finte” galline.
Via Roma, crocevia per tre giorni di cavalli e cavalieri, maschere, gesta, acrobazie e suoni, torna alla normalità, ma è soltanto una pausa, una parentesi, lunga poco più o poco meno di un anno, perché il prossimo carnevale sarà pronta a trasformarsi nuovamente e a fare da sfondo ad un’altra sfrenata e indimenticabile corsa.

01 gennaio 2016

Mauro Cuccu
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