Santissima Trinità di Saccargia, Codrongianos
La Basilica della Santissima Trinità di Saccargia è tra le chiese romanico-pisane più famose e conosciute di tutta l’isola ed è senza dubbio la più scenografica e spettacolare chiesa medievale sarda, se si considera l’ubicazione, la bellezza architettonica e l’importanza degli affreschi interni.
Affiora dalla campagna in tutta la sua magnificenza, nei pressi del paese di Codrongianus, immersa nel verde, isolata e in perfetta armonia con la natura.
Fu voluta dal Giudice del Regno di Torres, Costantino de Lacon e la sua costruzione viene fatta risalire al 1116. Successivamente affidata ai monaci Camaldoesi fu oggetto di diversi lavori di restauro e ampliamento, con la realizzazione del campanile (che raggiunge i quaranta metri d’altezza), tra il 1180 e il 1200 e la costruzione di un antico monastero dove dimoravano i frati, di cui oggi, purtroppo, restano soltanto le rovine.
Affiora dalla campagna in tutta la sua magnificenza, nei pressi del paese di Codrongianus, immersa nel verde, isolata e in perfetta armonia con la natura.
Fu voluta dal Giudice del Regno di Torres, Costantino de Lacon e la sua costruzione viene fatta risalire al 1116. Successivamente affidata ai monaci Camaldoesi fu oggetto di diversi lavori di restauro e ampliamento, con la realizzazione del campanile (che raggiunge i quaranta metri d’altezza), tra il 1180 e il 1200 e la costruzione di un antico monastero dove dimoravano i frati, di cui oggi, purtroppo, restano soltanto le rovine.
È statarealizzata con l’alternanza diblocchi di trachite chiara e di scuro basalto, nel tipico stile romanico che grazie all’alternanza di colori di due diverse pietre,conferisce al monumento una bellezza cromatica unica.
Elementi pregevoli sono sia il portico d’ingresso, con tre navate, impostato su colonne e pilastri angolari, che le finestre del campanile ad uno e due pilastri. L'interno della chiesa è a navata unica, coperta da capriate lignee e con cappelle laterali con volta a crociera.
Elementi pregevoli sono sia il portico d’ingresso, con tre navate, impostato su colonne e pilastri angolari, che le finestre del campanile ad uno e due pilastri. L'interno della chiesa è a navata unica, coperta da capriate lignee e con cappelle laterali con volta a crociera.
Sull’abside centrale, si può osservare, per mano di un pittore sconosciuto, quello che ancora oggi risulta essere il più grande esempio di pittura murale romanica di tutta la Sardegna.
Per quanto riguarda il nome della basilica, la leggenda racconta di una vacca pezzata che ogni giorno giungeva nei pressi della chiesa da un lontano pascolo per offrire il proprio latte ai frati del convento e che aveva l’abitudine d’inginocchiarsi, in segno di devozione.
Da qui si risale all’appellativo "s’acca argia" (la vacca pezzata), che nella lingua sarda viene semplificato primain "sa baccarza", poi in "s’accarza" e infine in saccargia.
Proprio una mucca è raffigurata in un capitello del portico d’ingresso.
L'abbazia di Saccargia è pertanto una tappa obbligatoria per chiunque voglia tuffarsi nel fascino del medioevo sardo.
Per quanto riguarda il nome della basilica, la leggenda racconta di una vacca pezzata che ogni giorno giungeva nei pressi della chiesa da un lontano pascolo per offrire il proprio latte ai frati del convento e che aveva l’abitudine d’inginocchiarsi, in segno di devozione.
Da qui si risale all’appellativo "s’acca argia" (la vacca pezzata), che nella lingua sarda viene semplificato primain "sa baccarza", poi in "s’accarza" e infine in saccargia.
Proprio una mucca è raffigurata in un capitello del portico d’ingresso.
L'abbazia di Saccargia è pertanto una tappa obbligatoria per chiunque voglia tuffarsi nel fascino del medioevo sardo.
03 febbraio 2017
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