Massimo Mattana e la Bottega del sughero

La quotidianità trasformata in arte

Il premio più importante che un artigiano può ricevere è l’acquisto dei propri prodotti da parte dei clienti; è l’apprezzamento delle proprie creazioni da parte degli acquirenti; è l’immagine degli occhi delle signore che brillano alla vista di un oggetto che le fa impazzire. Non sono i riconoscimenti ufficiali o le targhe che creano soddisfazione per l’artista, bensì il continuo afflusso di persone che vogliono l’oggetto prodotto da quell’artigiano.


Massimo Mattana crea opere d’arte in sughero che piacciono a un vasto pubblico. Il piacere più grande arriva dal forte interesse che si può riscontrare da parte di coloro che acquistano la merce presentata dall’artigiano. Sapere che, inizialmente, il sughero non era un materiale particolarmente gradito, soprattutto in una cittadina come Assemini, dove prevalgono altre attività artigianali, e constatare che, successivamente, il seguito di clienti è cresciuto, diventa una bella gratificazione personale e professionale, che spinge a lavorare ancora di più per garantire un prodotto sempre all’avanguardia e per ottenere un enorme successo. L’idea delle persone è legata alla moda e non alla tradizione della propria terra. Massimo Mattana è riuscito a fondere queste due caratteristiche in diverse serie di articoli che richiamano sia la cultura e l’origine dell’Isola sia le tendenze attuali.


Nata nel ’95, la Bottega del sughero di Massimo Mattana è diventata un’importante azienda conosciuta da tanti. All’età di diciannove anni, l’attuale artigiano ha perso il lavoro perché la ditta per cui lavorava aveva chiuso. La fortuna nella sfortuna l’ha condotto verso l’hobby del padre. I primi tempi, si trattava di un "lavoro paracadute", perché, in mancanza d’altro, quella era l’unica ancora di salvezza. Poi si è rivelata una vera passione e la grinta è aumentata. Certamente, all’inizio si sono presentate le prime difficoltà, perché l’età molto giovane del ragazzo non dava fiducia ai clienti. Inoltre, un nemico non di poco conto era la concorrenza, non tanto nel settore del sughero, perché non c’è un vasto numero di artisti che se ne occupano, quanto a livello di artigianato in genere.

 

Mano a mano, il pubblico ha imparato a conoscere anche la produzione del sughero. La prima proposta di vendita offerta da Massimo Mattana raggruppava sia oggetti in sughero sia oggetti realizzati con altri materiali, legati maggiormente alla linea del classico souvenir. La proposta successiva ha dato spazio a prodotti di diversa funzione: borse, accessori, pochette, agende, porta tablet, articoli da cucina, complementi d’arredo – pouf, lampade, cuscini.


Osservare le persone che restano ammaliate dall’effetto che la luce di una lampada può dare o che spalancano gli occhi quando vedono borse o oggetti d’arredamento particolari, fa gioire Massimo Mattana che, stupito, dichiara: «Il sughero piace molto alle ragazze Sarde». La moda la fa da padrone, come dimostrano le richieste fatte anche da boutique presenti in altre città d’Italia, per quanto riguarda borse e accessori realizzati dall’artigiano Sardo.

 

Non esistono tecniche specifiche nella lavorazione del sughero, ma soltanto manualità e fantasia. L’unica metodologia contemplata è quella della produzione di articoli nuovi. Infatti, per evitare di ridurre le vendite, si cerca di aggiornarsi e adeguarsi alle richieste di mercato. Ci si dedica per un mese intero alla sperimentazione e alla produzione di nuovi oggetti, informandosi sulla tipologia di prodotti in voga di anno in anno. Il punto vendita che è presente in zona di mare funge da "cavia" per constatare se l’articolo proposto piaccia o meno.

 

Massimo Mattana non ama la pubblicità. Preferisce la semplicità e l’umiltà. L’importanza è data al prodotto naturale e innovativo. L’artista possiede la novità e l’esclusiva sul materiale. Il prodotto è realizzato soltanto per la sua azienda. Lo stile è unico. Massimo Mattana è il primo produttore di questi materiali in Sardegna. Offre un prodotto artigianale a un prezzo industriale e di concorrenza.

01 settembre 2015

Sara Atzori
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