M.U.R.A.T.S.

Il museo dell'arte tessile di Samugheo

Samugheo è stato da sempre uno dei centri più importanti in Sardegna per l’arte tessile. Il suo isolamento geografico ha rappresentato un elemento cardine per la conservazione e la salvaguardia di una tradizione culturale e artigianale tra le più prolifiche e originali dell’isola. Nel grazioso centro del Mandrolisai la tessitura tradizionale è fiorentissima e ricca di tanti aspetti affascinanti. La creazione nel 2002 del MURATS (Museo Unico Regionale Artigianato Tessile Sardo), è stata la diretta conseguenza di questa vocazione, orientata a preservare la memoria tessile non solo di Samugheo ma di tutta la Sardegna.



Il Museo espone un vasto repertorio di manufatti provenienti da tutta l’isola. Molti di essi sono di notevole pregio e sono stati recuperati in diverse aree della Sardegna ed esposti nella sezione permanente del museo che si trova al primo piano. 


Abbiamo raggiunto il Direttore del Museo, il dottor Baingio Cuccu, che ci illustra i reperti più antichi e preziosi presenti nella struttura e tutte le iniziative che si stanno portando avanti.

 

Tapin'e mortu - particolare
Tapin'e mortu - particolare

Il Museo, ideato già nel 1998, è stato inaugurato nel 2002; a dodici anni di distanza ci saprebbe dire quali sono stati i risultati raggiunti e se l'obbiettivo di preservare, tutelare e promuovere la cultura dell'arte tessile in Sardegna ha dato i suoi frutti?


Con le attività e le mostre del Museo MURATS cerchiamo di conservare e proporre il settore del tessile come qualcosa che va oltre il tradizionale artigianato, infatti il Museo, oltre a possedere una tra le maggiori e più complete collezioni tessili della Sardegna, propone un’esposizione e uno spaccato, in continuo dialogo col territorio, di uno dei settore che più ha inciso nella storia della società ed economia sarda evidenziandolo come qualcosa che va oltre la produzione di semplici manufatti di uso quotidiano. 

I lavori della collezione provengono da ogni zona dell’Isola e sono rappresentativi di diverse tipologie di lavori, partendo dalle bisacce alle coperte, dai tapinu 'e pane ai copri cassapanca fino ai rarissimi Tapinu 'e mortu e le Affaciadas.


A questi si aggiungono un consistente numero di altri manufatti quali tovagliati, numerosi parti antiche dell’abito tradizionale Samugheo più nutriti gruppo di pezzi del vestiario quotidiano di altri centri dell’Isola. Manufatti che ricoprono un periodo di tempo che va dalla fine del 1700 fino alla seconda metà del XX secolo.




Questo grande corpus di lavori fa del MURATS un luogo in cui questa preziosa “documentazione” possa essere conservata, studiata ed esposta in modo da garantire alle prossime generazioni una "testimonianza" molto ampia di quello che è la tradizione tessile sarda.



Una delle cose che colpiscono di più del MURATS, oltre al pregio dei vari manufatti, è il continuo succedersi di iniziative culturali che vanno talvolta oltre l'aspetto prettamente tessile. Ci spiega come e perché nascono queste iniziative e com'è la risposta del pubblico?


Nell'ultimo triennio il Museo, pur mantenendo la sua natura e missione di Museo del tessile, si è aperto ad altre forme di arte, confrontandosi con alcuni tra i più interessanti interpreti del mondo artistico sardo attraverso una serie di mostre che li ha messi in dialogo con il Museo, la sua collezione, ma anche con quella che è l'analisi di fatti significativi del nostro territorio, come momenti o ricorrenze che hanno una particolare influenza sulla comunità. 


Il MURATS, proprio per la sua natura, è un Museo che ha un forte connessione col territorio e proprio per questo non può prescindere dal confrontarsi con quanto gli succede attorno. La possibilità di aprirsi a nuove tipologie di linguaggi lo ripropone quindi come luogo di studio, analisi e laboratorio contemporaneo del settore tessile e non solo.


Queste aperture hanno fatto sì che il Museo sia diventato sempre più un luogo aperto, dinamico e capace di attirare l’interesse di un numero maggiore di appassionati e visitatori, senza che questo connubio possa condizionare ciò che lo rende unico: la presenza di una importante collezione tessile sempre visibile attraverso un'esposizione dei suoi pezzi migliori che vengono fatti ruotare in diverse modalità di allestimento.

L'anno scorso è stato istituito un interessantissimo concorso dove diversi artigiani di Samugheo dovevano creare un manufatto tessile, sulla base di altrettanti progetti ideati da artisti italiani e stranieri, cercando di mantenere all'interno del disegno alcuni elementi della tradizione tessile sarda. Com'è stato il risultato di questa iniziativa?

Annodarte è uno degli eventi paralleli della programmazione temporanea del Museo ed è stato ideato e fortemente voluto dal Comune di Samugheo. Queste tipologie di attività, oltre che concretizzarsi in mostre temporanee, danno vita a laboratori, incontri ma anche concorsi per stimolare i creativi per una riscoperta e rilancio del settore tessile. Proprio in questa modalità si è sviluppato il concorso di idee Annodarte



La prima parte si è svolta nel 2013 quando è stato indetto il concorso come progetto di valorizzazione dell'artigianato locale al fine di proporre un rilancio dell'artigianato tessile Samughese attraverso nuovi prodotti. Il tutto puntando a creare una partnership tra artigiani locali e designer. L'obbiettivo è quello di realizzare una nuova linea di tappeti, in cui la tecnica tradizionale incontri il design innovativo e la ricerca nell'ambito delle forme e dei materiali.



Al concorso hanno partecipato numerosi professionisti tra designer e architetti, con quarantasette progetti arrivati da tutta Europa, i primi cinque classificati sono stati premiati mentre i primi quindici sono stati selezionati con l’intento di creare un'inedita collezione di tappeti realizzata dagli artigiani di Samugheo. Il passaggio successivo è stato compiuto quest'anno in occasione della 47° edizione di Tessingiu_Mostra dell’Artigianato Sardo, con l'esposizione presso il MURATS dei primi cinque prototipi di tappeti più i quindici progetti che daranno vita alla nuova collezione. 



Cosa dovrebbe fare il settore tessile sardo per ritagliarsi uno spazio importante nell'economia locale mantenendo sempre intatta la sua identità?

Il settore tessile dovrebbe rinnovarsi continuamente, come già successo in passato. Questa innovazione deve essere fatta tenendo conto dell’unicità che contraddistingue la tipicità della lavorazione che viene fatta in Sardegna. Innanzi tutto il fatto che possediamo persone esperte con capacità di realizzare prodotti tessili attraverso tecniche uniche nel loro genere, abbiamo la sapienza e la tradizione per la realizzazione di manufatti interamente manuali (che li rende qualitativamente e esteticamente esclusivi) dove ogni pezzo può considerarsi un unicum. 



A queste ottime basi bisogna quindi affiancare la capacità di potersi rinnovare e essere vicini anche a ciò che il mercato chiede, perché si può realizzare una doppia tipologia di produzione, la tradizionale, che ha già una sua richiesta di mercato, e una destinata ad altri mercati che con la globalizzazione si sono aperti e che hanno esigenze differenti. In sintesi si deve cercare di portare il prodotto tessile sardo al di fuori dei confini regionali e italiani, mantenendo la propria particolarità e identità ed essere allo stesso tempo flessibili.



Tra i tessuti di maggiore qualità e rarità nonché di assoluto interesse vi sono cinque tapinus ‘e mortu che meritano sicuramente una menzione a parte. Si tratta di tappeti che avevano un uso anche funerario; probabilmente furono infatti utilizzati anche per deporvi la salma al momento della veglia funebre. Sono caratterizzati da una complessa simbologia e hanno un’origine mediorientale in quanto sono incredibilmente simili al Kilim, (tappeto senza pelo prodotto in Anatolia).



In Sardegna la provenienza di questi tappeti si concentra soprattutto ad Orgosolo. La cosa che maggiormente colpisce sono le linee a zigzag, molto affini con quelle del tappeto del Kilim e che rappresentano ancestrali simboli di fulmini, tuoni e lo scorrere dell’acqua. Sono molto interessanti anche le tonalità forti, in particolare il giallo accostato al nero. In tutta la Sardegna abbiamo, allo stato attuale, soltanto dodici esemplari di tapinus ‘e mortu. Il MURATS ne custodisce cinque, tutti in ottimo stato. 




L’importanza di questo museo è indubbia perché riesce tra le altre cose, a conciliare un saggio sguardo al passato, non tralasciando mai la tradizione, custodendo il ricco patrimonio tessile sardo ma guardando anche al futuro, all’innovazione, al rinnovamento, a nuove opportunità. Un connubio perfetto che si fa sempre più strada.

 


MURATS

Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda
Via Bologna sn
09086 Samugheo (OR)

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Direttore: Baingio Cuccu

Gestione Museo: La Memoria Storica

Sito: http://murats.it

Email: museomurats@gmail.com

Telefono e fax:  0783 631052

Orari

Apertura dal Mercoledì alla Domenica:

Orario estivo:
10:00 – 13:00 / 17:00 – 20:00

Orario invernale:
10:00 – 13:00 / 16:00 – 19:00

Prezzi per l’ingresso:

- intero: € 2,50
– ridotto: € 1,00
(il prezzo ridotto si applica alle scolaresche ed ai gruppi di almeno venti persone)

Le visite guidate sono comprese nel prezzo del biglietto.

01 luglio 2015

Mauro Cuccu
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