La Regina di Gaddhura

Nostra Signora di Luogosanto

(…) No mi lassu a Nostra Signora
Idda è la patrona,
e la divina aurora
chi dà luci in dugna zona.
Tutta la Gaddhura l’adora
E li mittisi la curona,
Idda è la mamma suprema
Di tuttu lu sistema.

La Madonna in carrulu arriesi
Cussì ci dici la storia,
e in Locusantu si filmesi
pà veneralla in gloria.
Da lu primmu a l’ultimu mesi
L’agghjmi sempre in mimoria,
Noi tutti canti
La Madonna e li Santi.(…)

Petru Cracchja, Pirina


In provincia di Sassari, lungo la strada che da Tempio Pausania porta a Palau e Santa Teresa di Gallura, sorge, su una collina dominante il territorio circostante, Luogosanto (Locu Santu), un piccolo gioiello di granito a 320 m. sul livello del mare che sembra addensare in uno spazio non vastissimo la grazia speciale dei luoghi più adatti di altri alla spiritualità.

Circondato da boschi di querce verdissime e sugherete con affioramenti granitici che rendono il paesaggio molto movimentato, Luogosanto ospita ben 22 chiese, tra cui la Basilica di Nostra Signora di Luogosanto, dedicata al culto di Maria bambina.

La Chiesa sorse già nel XIII secolo per opera dei Francescani i quali, si racconta, edificarono la prima costruzione dopo un’apparizione della Madonna che indicava il luogo nel quale si sarebbero trovate le reliquie dei Santi Nicola e Trano. Il Papa elevò in seguito la chiesa al rango di Basilica minore dotandola della Porta Santa.

Ogni sette anni aperta e poi murata, attualmente essa è in bronzo (Luca Luchetti) e narra in tre quadri la storia della chiesa. 

Foto di D. Lucchetti -	CC BY 3.0
Foto di D. Lucchetti - CC BY 3.0

Essa, al suo interno nella navata di sinistra, custodisce una Madonna lignea settecentesca che ha suscitato particolare devozione: è la Regina di Gallura, incoronata patrona della regione, giunta a Luogosanto dopo essere stata ritrovata su una spiaggia di Arzachena. Il poeta Petru Pirina ce lo racconta: “La Madonna arrivò su un carro – così dice la storia – e a Luogosanto si fermò – per venerarla nella gloria. – Dal primo all’ultimo mese – ricordiamola sempre – tutti quanti noi – la Madonna e i Santi.” (trad. d. R.).

Dichiarata Città Mariana nel 2008, Luogosanto prepara una “festa manna” in onore della Vergine l’8 settembre, giorno della sua Natività.


La Basilica accoglie però altri due pellegrinaggi ogni anno: uno agli inizi di maggio, dedicato agli infermi, e l’altro alla fine del mese mariano, il più impressionante perché si dipana la notte lungo un suggestivo percorso a piedi di circa venti chilometri, da Calangianus fino a Luogosanto.


La Regina di Gallura, patrona di questi luoghi, è aurora, nascita: venuta dal mare, come la vita sulla Terra, è a lei che la devozione dei galluresi si appella per sentirsi al sicuro, per domandare una grazia.

Foto di D. Lucchetti -	CC BY 3.0
Foto di D. Lucchetti - CC BY 3.0

La processione notturna della fine di maggio, la fatica del cammino dal buio verso la luce della nascita del giorno, sono la grande sacra rappresentazione della rinascita ciclica la cui memoria si perde nella preistoria e nel culto della grande Dea tellurica.

Chissà se è proprio alla Dea che bisogna risalire per comprendere fino in fondo la straordinaria venerazione per la Madonna ovunque in Sardegna per la quale è figura materna protettrice della Vita e della Pace, dell’Accoglienza e della Salute, della Difesa, del Buon Accordo e delle Grazie.

L’invocazione di Melchiorre Murenu, poeta dell’Ottocento sardo, può forse esprimere il sentimento dei sardi verso Maria in questi versi potenti di preghiera: “Consola sos affligidos, cura sos disaurados, mira sos isconsolados, rimedia sos tuglidos chi a tie tottus unidos invocan che mamma amada.”

(Consola gli afflitti, cura i disgraziati, guarda agli sconsolati, guarisci gli storpi che ti invocano insieme come loro madre amata. Trad d.R)

Gosos de Nostra Segnora de su Succursu.

01 settembre 2016

Claudia Corona
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