L’architettura naturale della Grotta del Bue Marino

Cronaca di un'escursione

Sally ha scelto di godersi tutto il tempo a disposizione nella spiaggia di Cala Luna, prima di ripartire. I suoi compagni della minicrociera in gommone, invece, preferiscono sia l’escursione nella Grotta del Bue Marino sia l’esplorazione di Cala Luna. Paul, per esempio, è amante dell’arte creata dalla Natura stessa e, in seguito a un’attenta documentazione, ora sa perfettamente che la Grotta del Bue Marino offre scenari di architettura e scultura naturali. 

L'ingresso della Grotta del Bue Marino - Foto di Sara Atzori
L'ingresso della Grotta del Bue Marino - Foto di Sara Atzori

Lo studio fatto da Paul, riguardo alla struttura e alla storia concernente questo luogo, non è sufficiente e neppure paragonabile alla visita dal vivo. È certamente importante sapere che essa ha assunto questo nome, grazie all’appellativo che la lingua sarda dà alla specie della foca monaca, animale, sfortunatamente, scomparso nel territorio. Nella Grotta è presente un luogo che, un tempo, era riservato alla nascita dei cuccioli ed è, infatti, chiamata "stanza delle foche". 



L’analisi effettuata precedentemente da Paul gli permette di sapere anche che la grotta è lunga quindici chilometri e che, nonostante un unico ingresso, c’è poi una divisione in due ulteriori accessi: la parte nord e quella sud. Nel ramo nord non è più presente un’attività carsica, mentre nel ramo sud, lungo 900 metri, l’attività carsica è ancora energica, grazie ai fiumi sotterranei.



Questi sono dettagli e scoperte che è giusto fare attraverso i libri. Ma, senza dubbio, poter vedere di persona tali splendori è una scelta migliore. Nessuna enciclopedia potrebbe spiegare meglio degli occhi di Paul cosa c’è effettivamente dentro la Grotta. Ciò che lo colpisce e lo rende maggiormente estasiato è la ricchezza di di stalattiti e stalagmiti che riflettono nelle acque di un lago sotterraneo salato con una superficie di circa un chilometro. 



Paul nota immediatamente delle luci particolari e degli stupendi effetti cromatici, come una sorta di arcobaleno generato dalle stalattiti e dalle stalagmiti che si rispecchiano nel lago. Al colore si aggiunge il dolce suono dell’acqua, dando vita a un "concerto di gocce musicali". Si forma, così, un miscuglio magico di suoni e colori. La grotta mostra anche diversi laghi d’acqua dolce, i quali sono alimentati da fiumi sotterranei, grazie ai quali l’attività del ramo sud è ancora presente. È qui che si giunge nella parte finale che può essere visitata dai turisti. Essa è rappresentata dalla "stanza delle foche" di cui si è parlato precedentemente.

 

L'ingresso della Grotta del Bue Marino - Foto di Sara Atzori
L'ingresso della Grotta del Bue Marino - Foto di Sara Atzori

Un altro aspetto molto importante che caratterizza la Grotta è di tipo archeologico ed è costituito dal ritrovamento delle incisioni di circa dodici figure danzanti intorno a un oggetto, che è stato considerato dagli studiosi il disco solare. Tali incisioni sono state eseguite in una parete della Grotta e si pensa risalgano al Neolitico. 



Terminata l’esplorazione della Grotta del Bue Marino, la guida conduce i passeggeri verso la spiaggia luminosa di Cala Luna, dove ritrovano Sally, la quale ha optato per la natura selvaggia e per la vita all’aria aperta. 



Paul, al contrario, ha dato priorità alla storia e all’arte, senza venire meno, però, alla scoperta della bellezza del paesaggio di una caletta a forma di mezzaluna. Nel viaggio di ritorno verso Cala Gonone, Sally e Paul chiacchierano e si scambiano informazioni e opinioni riguardo a ciò che hanno visto e conosciuto. E promettono l’un l’altro di "scrivere la pagina di un diario nel proprio cuore", dedicandola a quest’avventura che sperano di poter rivivere anche l’anno successivo.

01 giugno 2015

Sara Atzori
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